MEA PULCHRA

 

 

"Sànde" - Da "Piazza S. Maria" del Prof. Renzo Carano

 

"Aveva in mano, di solito, grosse scarpe da contadino, alle quali lavorava usando una spago massiccio, frequentemente impeciato, con gesti svelti; lavorava anche di lesina e bullette, che venivano conficcate nelle massicce suole con tre colpi precisi: uno più leggero per appuntare la bulletta, uno più forte per farla penetrare nelle suole ed un ultimo ancora più energico per ribadirla".